Alluvione Genova 2014: un morto, fango, attività distrutte ed esondati fiumi

in: Rapallo News .

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Un’alluvione che si è ripetuta a Genova nella notte di giovedì 9 ottobre a soli 3 anni di distanza, questa volta ancora un uomo morto, il 4 novembre 2011 sei morti. Anche un treno frecciabianca Roma-Torino deragliato in zona Fegino per il cedimento di una frana, terra e detriti staccati da un cantiere crollati su quattro vagoni.
Una tragedia che si poteva evitare sempre per i fiumi Bisagno e Fereggiano esondati, le tragedie si replicano nel 1970 i morti furono 44, nel 1992 i morti furono tre, nel 1992 due morti, nel 1993 morirono due persone, nel 2000 muoiono tre persone.
Nasce una domanda spontanea perchè non sono mai stati messi in sicurezza i fiumi Bisagno e Fereggiano, e perchè non vengono date allerte quando arrivano forti pertubazioni siamo nel 2014 nell’era della tecnologia internet e satellitare.
Anche il Levante Ligure messo in ginocchio per la pertubazione di giovedì 9 ottobre, a Rapallo sono caduti deglia alberi, problemi nelle frazioni di San Maurizio di Monti e Montallegro, e le vie cittadine, anche il ponte mobile di Piazza Cile è stato alzato; il fiume Lavagna esondado a San Colombano Certenoli; a Maggi la centrale elettrica nel fango; Calvari  e Pian dei Ratti nel fango; case evacuate nella Valle Fontanabuona; Recco allagata; Chiavari esond il fiume Entella e i sottopassi allagati

Persone che perdono la loro attività lavorativa poichè il fango e l’acqua entrando nel negozio porta via tutto, gente in ginocchio soprattutto in questo momento di crisi economica. La gente piange e si dispera per quello che ha perso, in una vita di sacrifici vedersi portare via ancora tutto. Già nel 2013 la Procura e i tecnici dicevano che il Bisagno era pericoloso perchè nessuno ha fatto niente. E i risarcimenti dove sono? Perchè la burocrazia amministrativa e giudiziaria paralizzano le messe in sicurezza, che norme ci sono, bisogna cambiarle. Dal 2011 sono pasati tre anni è non è stato fatto nulla ne per la sicurezza delle persone e delle cose, parole ma fatti zero.
Tra burocrazia e parole, i fatti non arrivano e continuano queste orribili tragedie con la perdita di vite umane, per non parlare dei sacrifici che persone fanno per andare avanti con le loro attività, che vengono spazzate via dall’acqua e dal fango.

Altre zone sono a rischio alluvione già nel 2010 anche il Ponente in ginocchio, tra Varazze-Sestri Ponente-Cogoleto per l’esondazione del Rio Molinassi, il Chiaravagna e il Cantarena; nel Levante per non parlare delle Cinque Terre e Val di Vara dove a Vernazza, Monterosso e Brugnato cadono 500mm di pioggia; nel 2013 nel Levante anche Chiavari dove cade anche il Ponte a Carasco muoiono due persone e esonda l’Entella, a Levante nel 2014 a Bogliasco dove il Rio Poggio esonda e dove muore un uomo.

Tornano gli Angeli del Fango e guidano la resistenza di un’intera città,  gruppo di volontari nato nel 2011 per fronteggiare l’alluvione che quell’anno aveva colpito Genova, hanno rispolverato le magliette e il motto che già all’epoca erano diventati simbolo di resistenza e solidarietà. Centinaia di giovani si sono sparpagliati per le strade della città armati di guanti e pale, per aiutare chi con l’inondazione ha perso tutto. Grazie a agli Angeli.

Per l’alluvione di giovedì 9 ottobre 2014, sono stati valutati 300 milioni di danni per l’ondata di maltempo che ha colpito Genova e l’entroterra ligure e il Levante.
I Fondiper l’Alluvione a Genova c’erano stanziati dal 2011 ma nessuno ha fatto nulla per problemi di burocrazia, cose da non credere nel 2014, forse si dovrebbe tornare al baratto, forse funzionerebbe qualcosa.
Basta parole, basta riunioni inutili, si devono fare i fatti.

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