Torre Piloti di Genova, una tragedia che non deve essere dimenticata: Il Ricordo di Daniele Fratantonio di Rapallo

in: Rapallo News .

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Sono passati undici mesi da quella terribile notte del 7 Maggio 2013, quando alle ore 22.59.42 la motonave Jolly Nero della Linea Messina ha abbattuto la Torre di controllo del Porto di Genova, uccidendo nove lavoratori.

Quella notte ho perso il mio fidanzato Daniele Fratantonio, Sottocapo di Terza Classe della Guardia Costiera. Poter esprimere il dolore che ho provato e che continuo a provare è praticamente impossibile, ma la cosa che più interessa noi famiglie coinvolte è che la morte di questi nove lavoratori non cada nell’oblio al quale purtroppo siamo abituati a catalogare le morti sul lavoro.

Si dice sempre “non sono né i primi né gli ultimi” e purtroppo è vero, ma non per questo deve regnare il silenzio sulla nostra tragedia. Siamo abituati a pensare che tanto a noi non accadrà mai e invece ti addormenti che sei una persona con una vita ordinaria e ti svegli che sei completamente cambiata, l’uomo che ami e col quale stai per iniziare una vita insieme è morto e tu hai perso tutte le certezze che avevi fino a quel momento.

Daniele Fratantonio era l’operatore radio che quella notte prendeva servizio; aveva l’abitudine di arrivare in Torre un po’ prima per poter prendere posizione e fare il passaggio di consegne con l’operatore smontante in tranquillità. Amava il suo lavoro e amava lavorare sulla Torre, essere un militare della Guardia Costiera lo rendeva fiero, orgoglioso ed estremamente meticoloso, tanto che era stimato da tutti i suoi comandanti e colleghi.

Come disse una sua collega “dire di lui che era educato è dire poco, sminuirlo” perché lui era molto di più, era un vero signore e un grande lavoratore.

La notte del 7 Maggio 2013 sono stati uccisi nove lavoratori e noi famiglie PRETENDIAMO CHE I RESPONSABILI PAGHINO PER QUELLO CHE HANNO COMMESSO.
Finché avrò la forza di combattere lo farò, perché Daniele ha fatto tanto per me e io glielo devo. Aspetto l’inizio del processo per poter finalmente vedere in faccia i responsabili della morte di nove onesti lavoratori, responsabili altresì della distruzione di molte famiglie che dovranno scontare la propria pena per sempre, senza poter usufruire di sconti di pena e quant’altro.

Ecco le parole di Mamma Giusy:

Quella notte non si è fermata la vita di Daniele, lui continua a vivere attraverso i miei gesti e le mie parole, guarda attraverso i miei occhi e mi è sempre accanto. Mi manca il fiato quando guardo il mare e cedo alla disperazione, ma basta pensare ad un suo sorriso e piano piano passa, lui non vuole che io soffra.
Buon riposo mio piccolo grande uomo. Ciao Mamma.

In conclusione, voglio ricordare i nomi dei nostri nove Angeli del Mare della Torre Piloti di Genova:

Daniele Fratantonio, 29 anni di Rapallo, Sottocapo della Guardia Costiera;
Davide Morella, 33 anni di Biella, Sottocapo della Guardia Costiera;
Francesco Cetrola, 38 anni di Santa Marina in provincia di Salerno, Maresciallo della Guardia Costiera;
Gianni Iacoviello, 35 anni di La Spezia, Sergente della Guardia Costiera;
Giuseppe Tusa, 29 anni di Milazzo in provincia di Messina, Sottocapo della Guardia Costiera;
Marco De Candussio, 40 anni di Fornaci di Barga in provincia di Lucca,Capo di Prima Classe della Guardia Costiera;
Maurizio Potenza, 50 anni di Genova, Operatore Radio dei Piloti del Porto;
Michele Robazza, 41 anni di Fornaci di Barga in provincia di Lucca, Pilota del Porto;
Sergio Basso, 49 anni di Genova, Operatore Radio dei Rimorchiatori.

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Commenti all'articolo (1)
  • di adele chiello
    lunedì, 7 aprile, 2014 alle 8:52 pm

    Sono, Adele Chiello, mamma di Giuseppe Tusa, una delle giovani vittime della strage del porto di Genova Del 7 Maggio 2013, a quasi un anno dal tragico evento, nessuno, preciso nessuno tratta il tema sulla sicurezza dei lavoratori, in quanto questa è la causa principale della morte di nove lavoratori, nove figli, padri, mariti e compagni. Il silenzio che regna è la dimostrazione delle responsabilità che si vogliono celare….Sopratutto quando ad essere il datore di lavoro è proprio lo stato.Per riavere mio figlio è impossibile, ma avere almeno una giustizia quello si, lo pretendo per un dovere verso mio figlio e per un diritto di tutti noi che siamo stati privati della meravigliosa, amata ed apprezzata vita di Giuseppe Tusa…. NOI ATTENDIAMO SENZA SCONTI PER NESSUNO…!!!!!!

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